ADAS - Sistema avanzato di assistenza alla guida

ADAS - Sistema avanzato di assistenza alla guida

Da quanto l’elettronica è entrata nel campo della produzione automobilistica sono passati già alcuni decenni e l’evoluzione dei sistemi di guida ha fatto passi da gigante. Oltre a intervenire pesantemente nel controllo del motore e dei vari impianti, oltre al computer di bordo, sono arrivati i sensori e finalmente i sistemi di guida assistita.

Vedremo cosa si intende con ADAS, cosa sono e come funzionano, a che sistemi sono collegati e quali sono i veicoli che attualmente hanno in dotazione questo sistema avanzato di assistenza alla guida.

Cosa significa ADAS?

Ormai siamo abituati a usare sigle ed acronimi in inglese, questo non fa eccezione: Advanced Driver Assistance Systems. Letteralmente, significa Sistemi Avanzati di Assistenza al Conducente, ma ormai è entrato nel linguaggio comune anche degli addetti come sigla unica.

In poche parole, si tratta di dispositivi di guida assistita che aiutano a guidare in maggiore sicurezza. Sono obbligatori su tutte le macchine di nuova omologazione a partire dal 2022, ma lo diventeranno per tutti gli altri veicoli entro la fine del 2024. Ecco perché è importante familiarizzare con i sistemi ADAS.

L’enorme differenza rispetto ai sensori (ad esempio i sensori di parcheggio o di prossimità) è l’intervento attivo. Invece di informare chi guida, intervengono in modo attivo per garantire la sicurezza, ad esempio di pedoni e ciclisti.

A differenza dei sistemi di sicurezza auto passivi, come air bag o scocca deformante, che servono a proteggere in caso di incidente, i sistemi adas sono attivi e servono per impedire un incidente, anticipandolo e agendo sugli impianti (sterzante, frenante) prima che sia troppo tardi.

Come funziona la protezione attiva centralizzata?

Come funziona la protezione attiva centralizzata?

Il sistema ADAS auto funziona grazie ai sensori di prossimità, gli stessi che monitorano una manovra di parcheggio o che aiutano l’auto a rimanere a distanza di sicurezza quando si viaggia con il cruise control. Ma c’è di più.

Tutti i dati raccolti dai sensori vengono convogliati alla centralina dedicata, che li elabora con il software di monitoraggio. Fin qui, nulla di nuovo. Il vero passo in avanti è l’intervento attivo del sistema, che non si limita ad allarmare chi guida, ma in caso di previsione di incidente, agisce sui freni per rallentare, o sull’impianto sterzante, per evitare di invadere un’altra corsia.

Vediamo ora quali sono i sistemi principali già in funzione su alcune auto con adas di serie, come il sistema Cadillac Super Cruise, il Tesla Autopilot, o il Super Cruise di General Motors, oppure il più recente BlueCruise di Ford.Oppure, uscendo dagli Stati Uniti, il sistema Sensing Elite di Honda.

I sistemi coinvolti già sul mercato

In buona sostanza, il passaggio all’ADAS è un’espansione di sistemi già presenti, che passano di livello, da sistemi di rilevamento e informazione, a sistemi di guida integrata. Il regolamento europeo 661/2009 e la normativa 78/2009 sono i quadri europei di riferimento. Da allora, i produttori hanno cominciato a introdurre sistemi sempre più intelligenti. Vediamo quali.

Cruise control adattivo (ACC). Consente di impostare una velocità di crociera. L’auto dà gas al motore (ad esempio in salita) o cerca di frenare (ad esempio in discesa). Nel frattempo, il sistema monitora e mantiene la distanza di sicurezza dal veicolo che precede.

I sistemi coinvolti già sul mercato

Frenata automatica di emergenza (AEB). Qualora la distanza di sicurezza venga persa e il software preveda una collisione imminente, interviene sui freni per evitare l’incidente. Lo stesso sistema interviene nel caso qualcuno attraversi all’improvviso, proteggendo pedoni o ciclisti.

Assistente di corsia (Lane Keeping System). Oltre a segnalare acusticamente un cambio di corsia non anticipato dall’indicatore (quindi ritenuto erroneo), interviene sul volante cercando di modificare la direzione di marcia.

Altri sistemi coinvolti, ma ancora al livello di informazione, sono i sensori di parcheggio e la telecamera di retromarcia, la lettura dei segnali stradali (limiti di velocità), il monitoraggio stanchezza del conducente, il monitoraggio della pressione dei pneumatici.

Un futuro senza conducente?

Da quando le macchine sono diventata un fenomeno di massa, in Italia grazie al boom degli anni Sessanta, la regolamentazione del traffico e lo sforzo di viaggiare con maggiore sicurezza hanno coinvolto i produttori e i legislatori per creare veicoli sempre più protetti.

Il percorso normativo verso la massima sicurezza sulla strada è cominciato nel 2004 con l’introduzione dell’obbligo dell’ABS, mentre dal 2014 c’è l’obbligo del monitoraggio pressione pneumatici e dal 2019 è diventato obbligatorio anche il sistema di chiamata automatica in caso di emergenza, eCall Auto.

Il sistema ADAS automotive è la base su cui si è sviluppata la macchina che si guida da sola. Alcuni modelli di auto potrebbero già operare in totale autonomia (come in alcuni film di fantascienza), ad esempio Tesla Model 3, o alcune Mercedes di fascia premium.

Ciò che impedisce di adottare un sistema autoguidante, ossia delle macchina a guida autonoma, sono principalmente due fattori: il fattore normativo, che andrebbe aggiornato includendo i software e le responsabilità, e le infrastrutture, che non sono ancora adeguate a interagire con i programmi di guida.

Ma il fattore che di più pesa è il divario tra l’umano e la macchina: l’imprevedibilità. La capacità cioè del software di guida di aspettarsi dai guidatori umani qualunque azione o reazione che nessuna macchina sceglierebbe.

Conclusione

I sistemi di sicurezza delle macchine hanno fatto molta strada dai primi ingressi dell’elettronica nei motori. Il sistema avanzato di assistenza alla guida è un ultimo passo in avanti verso le auto che si guidano da sole, o quasi. Sistemi di protezione attive in grado di evitare gli incidenti o attutirne al massimo le conseguenze. Cosa riserva il futuro sulle nostre strade? Lo scopriremo se riusciremo a vincere l’ultimo ostacolo che separa il pensiero digitale dei computer da quello del pensiero umano.

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