Lo sviluppo di nuove tecnologia ha oggi reso possibile la conversione delle tradizionali automobili con motore termico in auto elettriche: si tratta di un importante passo in avanti che sta permettendo in maniera tangibile di ridurre le emissioni degli inquinanti gas di scarico degli autoveicoli nelle nostre città. La politica in questi caso non è stata a guardare dalla finestra, ma raccogliendo un appello proveniente da più parti, si è mossa a supporto di quest’opera di conversione. Grazie ad un emendamento contenuto nel cosiddetto “Decreto Agosto”, emendamento presentato dal Cinque Stelle Daniele Pesco, è stato introdotto un incentivo massimo di 3.500 euro, atto a coprire fino al 60% la spesa di sostituzione di un motore termico sul proprio veicolo con un propulsore a emissioni zero. Questo incentivo statale, valido per chi omologa la propria auto entro il 2021, garantisce il rimborso del 60% delle spese per l’imposta del bollo e l’iscrizione al Pra. Le domande per ricevere il contributo vanno presentate entro il 31 dicembre 2021. Un prolungamento della data di scadenza del presentare domanda per questo incentivo fino al 2023 è attualmente in discussione e dovrebbe essere approvato nella prossima legge di bilancio.
Ma come e dove avviene l’omologazione e, soprattutto, quanto costa?
Come e dove avviene l’omologazione?
Per la sostituzione di un vecchio motore a benzina o a gasolio con una propulsione elettrica occorre anzitutto un kit retrofit, anche semplicemente chiamato kit di trasformazione, composto per legge da:
Va anche aggiunto che un tale kit va acquistato presso un produttore accreditato presso il Ministero dei Trasporti. Oltre che sottoporre il kit ad omologazione ministeriale, il produttore è anche obbligato a fornire precise istruzioni per il montaggio, che dovrebbe avvenire in un’officina specializzata: questo secondo le direttive contenute nel decreto del 2015, chiamato per questo “Decreto Refrofit”.
In sostanza, l’operazione consiste nella rimozione del motore e del serbatoio del carburante, a cui si aggiunge l’eliminazione dei tubi di scappamento e del sistema di raffreddamento del motore. Tutto questo insieme verrà sostituito con un motore elettrico ed un pacco di batterie ricaricabili. In generale, seppure teoricamente possibile fare queste rimozioni da soli, è sempre consigliabile rivolgersi ad un’officina specializzata.
Il peso dell’auto dell’auto da omologare è un altro elemento che va preso in considerazione: in una vettura leggera non può chiaramente venir montata una batteria troppo pesante. In questo caso non si tratta di una questione di spazio, ma di omologazione dei posti: sarebbe infatti comico fare installare una batteria troppo pesante rispetto al peso dell’auto per poi dover essere costretti a ridurre il numero dei posti omologati. Generalmente si cerca anche di mantenere la disposizione meccanica originale, ponendo il nuovo motore elettrico nel cofano motore e non alterando lo schema di trazione. La batteria elettrica andrà invece a sostituire il serbatoio nel suo posto. La riconversione può rivelarsi in alcuni casi un’operazione abbastanza complessa, che richiede insieme alle specifiche competenze tecniche anche un certo grado di creatività per trovare il posto adatto a tutti i nuovi componenti.
In base alla nuova normativa è ora possibile legalizzare la conversione senza dover ri-omologare di nuovo l’auto: in questo caso basta aggiornare la carta di circolazione in virtù proprio del nuovo decreto. Per farlo occorre recarsi presso la Motorizzazione Civile ed avviare la procedura relativa, simile a quella che occorre fare per il montaggio di un impianto al GPL o al metano. Questo avverrà chiaramente solo dopo che l’installazione dei nuovi componenti è avvenuta e il veicolo è stato trasformato a tutti gli effetti in un’auto elettrica. La nuova automobile dovrà essere portata alla Motorizzazione, previo appuntamento, ed in seguito ad un’ispezione si procederà all’aggiornamento della carta di circolazione.
La nuova normativa non riguarda solo le vetture private, ma anche quelle aziendali: questo ha fatto in modo che un gran numero di officine in virtù della crescente domanda si siano specializzate in questo tipo di conversioni. I veicoli convertibili sono in genere quelli non più vecchi di 15-10 anni, in buono stato per quanto riguarda la carrozzeria e l’abitacolo, ma con il motore in non buone condizioni. Ad esempio, la conversione di una Panda degli anni 90 in un’auto elettrica, seppur tecnologicamente possibile, non equivarrà ad una modernizzazione complessiva di questa macchina, ma farà solo in modo che essa, se in circolazione, non espella più alcuna sostanza inquinante. Per l’omologazione dell’auto non è, in genere, necessario alcun nulla osta da parte della casa automobilistica: questo sarà necessario se l’intervento in officina richiede la modifica delle caratteristiche di base del veicolo (gestione dei sistemi antibloccaggio, controllo della trazione ecc.).
Quanto può costare fare l’omologazione?
Fornire una cifra precisa, purtroppo, non è possibile, in quanto molto dipende dal modello della macchina da omologare, dalle sue condizioni e anche dal fatto se sono necessari interventi ulteriori. Escludendo la batteria, l’intervento va a costare tra i 5000-7000 euro.
In generale, per effettuare l’omologazione elettrica di un’automobile, diciamo del peso di 1.000 kg, si dovrebbe calcolare una spesa complessiva che si aggira sui 14.000-18.000 euro. Difficilmente la spesa sarà inferiore ai 10.000 euro.
Sebbene i costi della conversione siano ancora relativamente alti, occorre tuttavia considerare anche gli innegabili vantaggi ai quali si va incontro. L’omologazione costa comunque meno dell’acquisto di un’auto elettrica nuova, comporta dei vantaggi fiscali insieme ad un notevole abbattimento dei consumi. Inoltre permetterà di guidare la propria vecchia ed amata vettura con inquinamento zero.
- @user_26143216.09.2022 17:52Membro
Il costo è ancora proibitivo per molti, occorre inoltre adeguare anche l'impianto frenante? E quanto incide ancora? Infine il ciclo vitale di una batteria quanto dura? Perde di resa col tempo?
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