Tempo di ricarica di un’auto elettrica

Tempo di ricarica di un’auto elettrica

Tutte le vetture elettriche devono essere chiaramente ricaricate dopo un certo periodo di tempo, analogamente a quanto succedeva con i motori ad idrocarburi, che richiedono un pieno di benzina e la ricerca di una stazione di servizio, con ulteriori costi e spostamenti, nel caso che la più vicina stazione di servizio non stia dietro l’angolo. Nel caso delle auto elettriche occorre tuttavia valutare con attenzione i tempi di ricarica, un fattore molto importante per un uso corretto ed ottimizzante di queste autovetture.

Ricarica a casa

Ricarica auto elettrica in casa e costi

La ricarica in casa dell’auto elettrica non solo è possibile, ma è anche il metodo di ricarica più diffuso al momento. La ricarica dovrebbe avvenire, se possibile nelle ore notturne, quando i veicoli si trovano parcheggiati nel box o nel loro posto auto. A differenza di quanti molti pensano, non è necessario far scaricare completamente la batteria per poi ricaricarla del tutto. Infatti, le batterie al litio impiegate nelle auto elettriche, che tra l’altro hanno una media durata di 10 anni, possono essere ricaricate anche in maniera parziale, quando si parcheggia l’auto per poche ore nel proprio box o posto auto. Questo garantisce anche una certa flessibilità nella gestione delle ricariche. La ricarica può avvenire semplicemente collegando l’auto elettrica al contatore di casa, come si fa normalmente prima di utilizzare qualsiasi elettrodomestico: questo mostra ancora una volta la facilità d’uso di questi apparecchi.

La nostra legislazione non prevede inoltre alcuna contabilizzazione separata o particolare permesso, rilasciato dalle autorità comunali per la ricarica domestica. Nel caso di un contatore a potenza limitata (ad esempio 3 kW) è consigliabile effettuare la ricarica durante le ore notturne, quando il dispendio di energia domestica è in genere al minimo. In alternativa si potrebbe inoltrare una richiesta di aumento della potenza del contatore presso le autorità competenti. In questo caso occorre essere consci del fatto che si tratta di una scelta personale, che può ovviamente comportare un aumento dei costi energetici. A riguardo va detto che, come mostrano le statistiche, un gran numero di utenti usano in Italia il proprio contatore di 3 KW senza particolari problemi: in questo caso basta veramente un minimo di organizzazione.

Una ricarica della batteria usando il proprio foltovoltaico è chiaramente possibile e permette di abbassare ulteriormente i costi di ricarica in modo significativo. In questo caso si può ottenere un risparmio più alto, in quanto il foltovoltaico è, come noto, connesso a tutta una serie di incentivi statali.

Quanto tempo occorre per ricaricare un’auto elettrica

A differenza di un pieno di benzina, che può avvenire in pochi minuti, la ricarica della batteria di un’auto elettrica ha bisogno di molto più tempo. Va anche in questo caso messo in evidenza il fatto che queste vetture di fatto non inquinano e che i costi della loro manutenzione, rispetto a quelli delle auto tradizionali, sono molto più ridotti: questo serve certamente compensare i tempi più lunghi di ricarica.

I tempi di ricarica variano a seconda della capacità della batteria, installata nell’auto, e della potenza del nostro impianto domestico. In genere i sistemi di ricarica fino a 22 kW, cosiddetti di bassa potenza, usano un caricatore di bordo. Questo in quanto la carica della batteria ha luogo in corrente continua, mentre gli impianti sia domestici che pubblici funzionano erogando energia in corrente alternata. Il caricatore di bordo ha quindi il compito di trasformare la corrente alternata in corrente continua. Per tal motivo la potenza della carica ed i tempi di ricarica dipendono dalla capacità dell’impianto elettrico di erogazione e dalla potenza del caricatore installato. Per fare un esempio concreto, con un caricatore di 7 kW a bordo ed un impianto domestico di 3 kW, per caricare una normale batteria di 30 kW si avrà bisogno di circa 10 ore, questo in quanto la ricarica avverrà a 3 kW. Accanto a questo semplice calcolo matematico occorre tuttavia considerare possibili fattori esterni, capaci di influenzare i tempi di ricarica. Nel caso che ad esempio la temperatura esterna sia troppo alta, se l’auto è stata parcheggiata sotto il sole estivo di Agosto, oppure se il termometro sta sotto lo zero e fa molto freddo, l’operazione di ricarica potrebbe essere rallentata. Il livello di carica residua ed anche le caratteristiche del cavo di collegamento costituiscono ugualmente fattori che potrebbero influenzare i tempi di ricarica.

Installazione e costo di una colonnina elettrica

Ai fini di ottimizzare la ricarica delle batterie elettriche, un numero sempre maggiore di proprietari d’auto sta provvedendo ad installare in casa una cosiddetta “wallbox”, chiamata anche “wall connector” (connettori da muro). Si tratta in pratica di una sorta di stazione di ricarica a muro, che può essere collegata alla rete ad alta tensione di 400 volt. In questo modo è possibile ricaricare la batteria con una potenza maggiore (10-20 KW), riducendo di conseguenza di tempi di ricarica. I connettori da muro possono essere acquistati comodamente nei negozi specializzati o anche on-line. Prima della loro installazione è comunque consigliabile consultare un elettricista in modo da conoscere i costi di installazione o se sono necessarie modifiche ulteriori all’impianto elettrico.L’installazione di un connettore da muro deve essere fatta da un operaio specializzato.Anche in questo caso i costi possono variare a seconda del modello scelto e dei costi di manodopera. Il costo del connettore può andare dai 400 euro per i modelli più semplici sino a raggiungere cifre oltre i 1000 euro per i modelli più complessi, dotati ad esempio di timing, connessione wireless, protezione da sbalzi di corrente ecc.

Come si calcola il tempo di ricarica

Il modo in cui si calcola il tempo di ricarica è abbastanza semplice e matematico. Occorre in primo luogo considerare la capacità della batteria installata nell’automobile (kWh) e dividerla per la potenza di ricarica (in KW). Ripetendo l’esempio sopra considerato, se si collega un normale caricatore di 7 kW ad un tipico impianto domestico di 3 kW, la ricarica avrà luogo a 3 kW, in quanto questa è la potenza massima di erogazione della fonte energetica. Per caricare una batteria da 30 kWh ad esempio si avrà bisogno di circa 10 ore. Se al contrario a bordo avessimo un caricatore di 3 kW, ma con un impianto domestico capace di erogare 7 kW, la ricarica avverrebbe ugualmente a 3 kW, secondo il valore massimo del nostro caricatore, ed anche in questo caso si avrebbe un tempo di ricarica di circa 10 ore per ricaricare una batteria di 30 kWh.

Come si evince da questo esempio, si tratta di un processo chiaro, semplice e lineare.

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