Smaltimento pneumatici usati

Riciclaggio pneumatici

In considerazione dello sviluppo della coscienza ecologista dell’ultimo decennio, quello dello smaltimento degli pneumatici fuori uso (PFU) rappresenta certamente uno dei temi più importanti al giorno d’oggi, essendo questi composti di materiali chimici. Questi materiali sono infatti scarsamente biodegradabili, facilmente infiammabili e facilitano il ristagno di depositi d’acqua in cui, soprattutto nella stagione estiva, possono proliferare colonie di insetti. Probabilmente tutti hanno poi sperimentato l’acredine dell’odore proveniente dai fumi di uno pneumatico in fiamme, dai cui possono scaturire sostanze altamente cancerogene e che comunque danneggiano il sistema delle vie respiratorie. Questi motivi ci fanno ben comprendere le ragioni di un corretto smaltimento di questi materiali.

Approfondendo la materia, va fatta anche una distinzione tra gli pneumatici fuori uso, con i quali l’auto non è più in grado di circolare, e quelli usati, come ad esempio gli pneumatici invernali che con l’avvento della stagione calda vengono smontati, per poi essere rimontati con l’avvento del prossimo autunno-inverno. A riguardo è sempre consigliabile conservare la fattura rilasciata dal gommista, attestante che questi pneumatici possono ancora essere utilizzati: questo nel caso che si venga fermati dalla stradale per un controllo.

Come si intuisce, il cambio di un set di gomme nuove è connesso con tutta una serie di obblighi, che ogni automobilista è tenuto a conoscere. Pertanto, vista l’attualità dell’argomento, non sarà del tutto inutile fornire alcune note chiarificatrice sul tema con parole chiare e concise.

Lo smaltimento degli pneumatici

Riciclaggio gomme auto

Le officine in cui avviene il cambio ed il montaggio degli pneumatici sono gli enti responsabili per la raccolta di questi accessori, che dopo una previa registrazione verranno poi consegnati negli appositi consorzi e centri per lo smaltimento. A riguardo, va fatta attenzione che le officine non hanno alcun titolo di richiedere un contributo in denaro agli automobilisti che consegnano gli pneumatici usati, visto che al momento dell’acquisto di questi accessori viene pagato un contributo supplementare (di circa 2,80-3,5 euro), pensato proprio in virtù del loro smaltimento in futuro. In sostanza, quando si cambiano le cosiddette 4 ruote, si versa un contributo aggiuntivo di circa 12 euro: un aggravio che si paga volentieri, visto il suo fine. Questo in adempimento della normativa del Decreto Ministeriale Nr. 82 dell’11 aprile 2011 e del Decreto Ministeriale Nr. 182 del 19 novembre 2019, che impongono anche che questo contributo venga inserito nella fattura di acquisto. Va aggiunto che queste norme mantengono la loro validità anche in caso di acquisto all’estero.

Il gommista dal canto suo ha l’obbligo sia dello stoccaggio degli pneumatici usati nella sua officina, che dovranno essere raccolti in un apposito ambiente, sia quello di prendere contatto con i consorzi di smaltimento, concordando date per il loro ritiro. Il gommista è tenuto inoltre ad accettare tutti gli pneumatici che gli vengono consegnati, anche se questi non sono stati acquistati presso di lui. Nel caso che il gommista insista nel chiedere un pagamento supplementare, adducendo ad esempio come ragione il fatto che gli pneumatici non sono stati acquistati e montati nella sua officina, basterà mostrargli la fattura di acquisto e montaggio, che è sempre bene conservare, in cui a chiare lettere è indicato che il contributo PFU è già stato  pagato. Questo è valido anche se gli pneumatici sono stati comprati online, dal momento che anche negli acquisti online questa somma deve essere obbligatoriamente versata.

Il gommista ha inoltre l’obbligo di iscrizione ad un consorzio per lo smaltimento degli pneumatici e questa iscrizione è completamente gratuita. Il consorzio dal canto suo deve ritirare tutti gli pneumatici usurati presenti dal gommista, a prescindere dal loro tipo, peso e quantità. Ai fini della tracciabilità dei materiali da riciclare, nel registro di scarico e di scarico è obbligatorio indicare l’esatta quantità degli pneumatici prelevata. Anche per questo motivo è raccomandabile conservare sempre tutte le fatture, quali prove delle avvenute transazioni.

Nel caso che il gommista non abbia spazio sufficiente per lo stoccaggio, in questo caso si ha la possibilità di portare gli pneumatici usati nell’isola ecologica della propria città, dove verranno presi gratuitamente. Anche in questo caso è bene sempre avere a portata di mano la fattura, attestante l’avvenuto pagamento del PFU.

 In base al loro peso ed alle loro dimensioni, gli pneumatici vengono suddivisi in tre categorie: piccoli, medi e grandi: 
  • i Per gli pneumatici piccoli, di peso compreso tra 0 e 35 kg, il PFU ammonta tra 0,58 e 7,56 euro.
  • i Per gli pneumatici medi, di peso compreso tra 35 e 135 kg,  il PFU ammonta tra 11 e 29,33 euro.
  • i Per gli pneumatici grandi, di peso compreso tra 44,47 e 228,08 kg,  il PFU ammonta tra 44,47 e 228,08 euro.

Cosa è cambiato di fatto?

Questi decreti hanno cambiato radicalmente la situazione, dal momento che sino al 2011 l’obbligo di smaltire questi accessori era esclusivo onere dei gommisti, i quali avevano la libertà di imporre un sovrapprezzo, talvolta molto alto, ai loro clienti, ponendolo sotto la rubrica “costo di smaltimento”.

Il finanziamento del sistema di smaltimento degli pneumatici funziona un po’ secondo il principio di una catena che inizia dal rivenditore che paga il PFU al produttore al momento dell’acquisto. Il produttore utilizzerà questo denaro per il finanziamento del consorzio per lo smaltimento, il quale avrà il compito di ritirare gratuitamente gli pneumatici dal gommista. Alla fine della catena troviamo il consumatore, ovvero l’automobilista, che verserà il PFU quando acquisterà gli pneumatici. A tal proposito è sempre bene fare attenzione che nelle fatture emesse l’importo del PFU sia indicato con chiarezza, dal momento che purtroppo sul mercato sono attivi molti venditori illegali di pneumatici.

Sanzioni nel caso di infrazione

Ogni anno vengono prodotti in Italia circa 380.000 tonnellate di pneumatici che devono essere smaltite. Purtroppo i dati a disposizione mostrano in modo chiaro che migliaia di tonnellate di pneumatici vengono ancora smaltite in modo illegale nel nostro paese.

La legge prevede per i gommisti ed i centri di raccolta, che non rispettano le normative contenute nei decreti emessi, delle sanzioni pecuniarie che possono arrivare sino a decine di migliaia di euro. Nel caso che un automobilista venga colto sul fatto, mentre smaltisce illegalmente gli pneumatici, gli verrà inferta una multa da 300 a 3000 euro, alla quale si aggiungeranno i costi per il recupero di questi materiali e per la bonifica dell’area interessata.

Riciclaggio

Al giorno d’oggi gli pneumatici non vengono più abbandonati in una discarica, ma la loro gomma viene riutilizzata per altri scopi, oppure tramite un apposito processo chimico essa viene convertita in energia. 

Nella fase di riciclaggio, le parti in gomma dello pneumatico vengono scomposte e separate da quelle metalliche e tessili. Questi processi di separazione avvengono solitamente nei consorzi di smaltimento, sopra citati. La gomma ricavata dagli pneumatici fuori uso può venir impiegata ad esempio per la costruzione di asfalto tecnologico ad alta aderenza, per la costruzione di piste da corsa in impianti sportivi o anche per la creazione di pannelli insonorizzanti di altissima qualità, dal momento che la gomma ha un’alta proprietà isolante.

Teoricamente, ad esempio se si ha un giardino, si potrebbero anche tenere le gomme, utilizzandole per creare fioriere colorate o oggetti di bricolage. In ogni caso, questi materiali non vanno in alcun caso dispersi nell’ambiente. 

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