Cambiare marcia: marcia lunga, marce corte

Cambiare marcia: marcia lunga, marce corte

Forse una delle manovre più frequenti e anche meno considerate, soprattutto dagli automobilisti di vecchia data, il cambio marce è in un certo senso destinato a scomparire per l’avvento nel mercato del futuro delle macchine elettriche col cambio automatico.

Eppure cambiare marcia è uno degli ostacoli che tutti gli aspiranti automobilisti devono imparare al meglio per ottenere la patente. Spesso si tratta anche di una manovra sottovalutata che, se non svolta al meglio, può creare problemi alla macchina.

Gli indicatori del regime motore

Se con un po’ di esperienza, il cambio marce auto si fa quasi a orecchio, sentendo il motore, agli inizi il primo riferimento è il contagiri (RPM) che indica il regime del motore. Il passaggio alla marcia più alta avviene quando il regime supera i 2000 giri al minuto e non si deve rallentare a breve.

La tipica situazione è quella della partenza da fermi, in cui si deve passare in poco tempo dalla prima alla seconda e spesso alla terza, o anche a marce più alte. Nel caso contrario, quando si decelera, un buon indicatore è il motore che non regge più la marcia tanto che si fa fatica a dare gas. Questo è il momento per scalare, passando a una marcia inferiore.

In ogni caso, col tempo e con l’esperienza si imparano tutti i trucchi per come capire quando cambiare marcia. Oltre al rumore del motore, o alla reazione del motore al pedale dell’acceleratore, ovviamente bisogna considerare la fase di guida (accelerazione, rallentamento, sorpasso) e le intenzioni.

Gli elementi coinvolti nel cambio marcia

Il sistema di trasmissione, quello che comprende le marce della macchina, integra il funzionamento di una leva collegata a vari ingranaggi, e di un pedale, quello della frizione (il pedale di sinistra). Per modificare il rapporto di marcia nel cambio manuale, bisogna disinserire la trazione premendo la frizione.

Come funzionano le marce della macchina? Le marce servono a modificare il rapporto di coppia tra l’albero motore, quello da cui proviene la forza motrice, e l’albero di trasmissione, quello che porta la forza motrice alle ruote. Quando la macchina è ferma e non ha energia cinetica favorevole, il rapporto deve essere “tenero” e molta coppia si spende per fare poca strada (come in una leva lunga).

Man mano che il veicolo acquista velocità, quindi energia cinetica, il motore non deve più spingere, ma solo sostenere, contribuire a non far decelerare il veicolo. Ecco che la coppia può cambiare rapporto e avere una leva più dura. In questo caso (ad esempio in quarta), basta poco gas per sostenere la velocità del veicolo, mentre usando tutta la potenza motore su una leva dura, questa spingerà di più il veicolo, portandolo a velocità massima.

Come svolgere la manovra di cambio senza errori

Per prendere la patente, bisogna imparare come si mettono le marce alla macchina. Ciò non vuol dire che l’operazione sia sempre pulita e perfetta. Un cambio fatto male può portare alla lunga a problemi alla trasmissione, con danni e costi che è meglio evitare.

Il pedale della frizione va spinto fino in fondo con decisione e rilasciato con più cautela. Se la frizione non è spinta abbastanza, la marcia viene disinserita con una certa forzatura e non in modo fluido. Se invece si rilascia bruscamente, si rischiano slittamenti oppure si rischia di anticipare troppo, “grattando”.

Un altro punto importante è quello del momento giusto. Quando cambiare le marce della macchina per ottimizzare le prestazioni del motore? Se si sta accelerando e si deve passare alla marcia successiva, quella più alta, il momento giusto è quando il regime del motore transita dai 2000 ai 2500 giri. Questo in una modalità di guida standard.

Se si viaggia in economy per risparmiare carburante, si può anticipare più sui 2000 giri, mentre se si ama la guida più sportiva, la marcia si può tirare un po’ di più verso i 3000 giri. Lo stesso vale per la fase di sorpasso, che richiede un comportamento più vivace al veicolo.

I problemi più ricorrenti da evitare

Molti automobilisti non imparano a scalare le marce della macchina correttamente. Il difetto più ricorrente è il cambio anticipato. Il motore non ha ancora raggiunto i 2000 giri e già si passa alla marcia più lunga, che però farà fatica a trasmettere trazione in modo utile. Cambiare prima dei 2000 giri sottopone la trasmissione a uno sforzo eccessivo.

Un altro difetto ricorrente nel come scalare le marce sta nella mancanza di coordinamento tra piede sinistro (frizione) e leva del cambio. La marcia non va disinserita prima che la frizione sia completamente abbassata, e il pedale non va rilasciato se non quando la marcia è completamente inserita.

Da questi difetti di manovra nascono prima i classici rumori metallici, il cambio che “gratta”, che però portano alla lunga a rovinare gli ingranaggi della trasmissione, con marce che escono da sole o non entrano affatto, portando a una revisione anticipata della trasmissione, se non peggio.

Oltre a imparare come si usano le marce della macchina, bisogna considerare che la trasmissione è un sistema sotto stress in sospensione: qualunque sollecitazione sbagliata al veicolo si trasmette anche alle marce. Una guida fluida e dolce, specialmente in prossimità di dossi, buche, dissuasori di velocità, evita danni collaterali al cambio.

Altro difetto di molti automobilisti: il piede sempre sulla frizione, che così si surriscalda inutilmente, con il rischio di togliere trazione al veicolo proprio quando può servire. Infine, nei casi di traffico rallentato, conviene tenere la prima e caso mai mettere in folle, piuttosto che continuare ad alternare prima e seconda.

Ultimo caso, la fase di sorpasso. Le marce più basse hanno tempi di reazione inferiori sull’accelerazione. Prima di effettuare un sorpasso, conviene scalare a una marcia più bassa per sfruttare al massimo la coppia motore e accelerare.

Conclusione

Le fasi di guida in cui si effettua il cambio marcia sono molte, così come i possibili errori di manovra. Imparare a cambiare marcia nel modo migliore e al momento giusto evita problemi alla trasmissione e consente di sfruttare al meglio la forza motrice, facendo durare più a lungo sia il cambio che il motore stesso.

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